Piatto unico (se gradito) #3
Questa settimana due giochini e alcune cose che mi sono successe. Insomma, parlare della mia vita come se fosse la cosa più interessante che vi possa capitare di leggere.
Ciao a tutti e bentornati. Ora dovrei fare come quelli che dicono “Per chi fosse appena arrivato…”, quelli che da un giorno all’altro scoprono di essere diventati virali perché hanno parlato di una cosa minuscola che ha avuto una cassa di risonanza pazzesca. No, non è questo il caso. Oggi vorrei sfruttare questo spazio per parlarvi dell’importanza di bere molta acqua durante le vostre giornate. Mamma mia, sto diventando Studio Aperto. Io lo sto facendo da un mese e mezzo, passando da un litro scarso a tre litri minimo ogni giorno. Non ho idea di che benefici stia portando al mio corpo, non ne vedo di tangibili a parte il fatto che ora mi sento molto più connesso all’acqua, in particolare a quella che scorre dal rubinetto o dalla doccia. No, palle, sto scherzando, veramente non mi sembra di aver notato nessun cambiamento se non per il fatto che faccio la pipì almeno tre volte all’ora e questa cosa è sfiancante, specie se hai dei pantaloni coi bottoni e non con la zip. Pero oh, mi hanno chiesto di bere di più e io eseguo.
Sapete che per vendere una casa bisogna consegnare al compratore un pool di documenti incredibili chiamati “Titoli edilizi”? Mi fa spanciare ‘sta roba. I titoli edilizi. Vieni, ti mostro la mia collezione di titoli edilizi. Sono stato due volte detentore del titolo edilizio per la WWE. Che vecchi che siamo. Buona lettura!
Huntdown
L’ho finito un giovedì sera, dopo interminabili bestemmie per il boss finale e con Ludovica vicina a me che diceva “Smettila di saltare sul letto, che mi spavento”1 ma volevo vedere lei a morire 48 volte consecutive contro il boss finale perché lo stesso cambia sempre il pattern d’attacco inserendo anche un rush diagonale mai visto. L’ho preso mesi fa in sconto, manco mi ricordo più quando, forse era il periodo in cui giocavo a Fortnite: come sempre, l’ho fatto partire, ho visto che era interessante e l’ho messo da parte come si fa con le provviste. Non riesco a venire a capo di questa abitudine, non so cosa fare più, mamma mia2.
Huntdown è un gioco di una bellezza rara. Un platform-action tipo Contra ma con una fluidità estremamente moderna e gradevole. Sviluppato da Easy Trigger Games, studio svedese formato da una decina di persone, si aggiunge alla mia lista di giochini del cuore, quelli che sembrano sempliciotti ma nascondono una cura e un’amore incondizionati verso questa forma d’arte. Giocato a difficoltà Difficile è molto tosto, quindi mi ha portato via sette-otto ore buone tra tentativi di mezzo completismo e segreti da scoprire. Nonostante sia compresso in poche ore, le stesse vanno via in maniera molto divertente e concreta, perché si capisce subito che il gioco è ben calibrato3 ma soprattutto ogni livello è una gioia per gli occhi, con ambientazioni e nemici molto variegati. Mentre lo giocavo ho avuto l’impressione di guardare un film sci-fi/distopico/futuristico degli anni Ottanta ed è stato tutto super-entusiasmante mentre scivola, spara, nasconditi, vai salta, tutto frenetico, una trentina di armi diverse, incazzati con il boss. Bello, ogni tanto mi serve ritornare a queste cose zero complesse mentalmente.
Il mio secondo pomeriggio da Primark
Scorsa settimana io e Ludovica siamo stati al centro commerciale di Casamassima, specificatamente per fare un giro da Primark. Io l’inferno me lo immagino veramente come un enorme centro commerciale4 dove sei condannato a girare all’infinito senza comprare niente, guardando cose ed entrando nei camerini a provare vestiti che non vuoi. La prima volta che ho visto da lontano questo posto è stato in occasione della sua apertura: quantitativo di macchine in fila che faceva impressione, sembrava la scena di Rick Grimes che entra ad Atlanta, con la gente ferma sulla SS100 uscita Casamassima. Tuttavia, Primark non è null’altro che un incrocio tra Wish (roba a poco prezzo), Terranova (roba di medio-bassa qualità) e Tuttomille5. Da Primark ci sono principalmente vestiti, ma anche cose per la casa, tantissime candele ma soprattutto una gestione straordinaria dei camerini.
Io per vocazione mi vesto come un NPC: vestiti normalissimi, solitamente a tinta unita, tutti uguali e se possibile senza dettagli particolari. Ogni volta che entro da Primark spendo almeno cento euro per comprare una marea di cose tendenzialmente identiche tra loro e questo nonostante odio spendere soldi in vestiti, detesto provarli e in generale mi disgustano i negozi di abbigliamento, pieni di polvere e di gente disinteressata. Per questo sono entrato, ho preso sette pantaloni, li ho provati e ne ho comprati sei. Fine, fuori, tela, alla prossima volta, hasta luego. Ho aspettato Ludovica seduto vicino a un cordialissimo vecchietto, che mi ha augurato di trovare presto una nuova casa a Bari e mi ha accennato di essere reduce da problemi di salute gravi.
Check_Conto.xlsx
Hehehe, qua ci divertiamo. Allora, nel febbraio 2022 mi sono trasferito a Bari per iniziare il mio attuale lavoro e, in generale, per diventare grande spendendo tutti i soldi nel tentativo di non dormire sotto un porticato. Nel giro di un mese ho iniziato a fare i conti con uno stipendio regolarmente in entrata e con mille spese altrettanto regolarmente in uscita, tra cui affitto, utenze, macchina6 e trasporti. Presto mi sono reso conto che stavo perdendo di vista il controllo delle mie finanze: non riuscivo a capire dove spendessi tutti i soldi che guadagnavo, mi sembrava di essere sempre corto, insomma, una cosa molto comune per noi cittadini di questo secolo. Non era d’aiuto la app della banca, che mi mostrava un saldo mensile costantemente sfalsato, nonostante i miliardi spesi dagli istituti bancari nel tentativo di creare app user friendly di ‘sto cazzo che non rispondono mai come dovrebbero.
Da questa necessità è nato un foglio Excel di mia produzione che si chiama Check_Conto e che aggiorno settimanalmente. Si tratta di un riepilogativo suddiviso in più pagine, che mi permette di riportare tutte le spese come visualizzate dalla lista movimenti della banca e di allocarle nelle giuste categorie di spesa. Tutte le uscite e le entrate vengono suddivise in precisi slot come “Libri”, “Farmacia” e “Sport” e utilizzo i dati per creare proiezioni di spesa, tetti massimi di uscita e per capire quanto e come sto spendendo i miei soldi. Non vi nascondo che questa cosa mi piace da morire e mi aiuta tantissimo, sono follemente innamorato di questo esercizio, soprattutto perché mi produce un sacco di informazioni inutili. A fine anno vi faccio il Soldi Wrapped 2023, come a Spotify, ma intanto vi do alcune anticipazioni:
dall’uno gennaio al trenta settembre ho speso zero euro in libri. Lo scorso anno nella stessa finestra avevo speso trenta euro;
spendo mediamente cinquanta euro al mese in trasporti, tra monopattino elettrico e treni;
ad agosto ho speso più soldi in videogame che per fare sport;
nell’estate da poco finita non sono andato in vacanza.
Papers, Please
Giocare a Papers, Please mi ha trasmesso quella sensazione di smarrimento e di impotenza che è tipica di quando ti schianti contro la pubblica amministrazione. Sviluppato da Lucas Pope (di cui ho messo nel mirino anche Return to Obra Dinn), PP è ormai largamente diffuso su qualsiasi dispositivo ed io infatti l’ho giocato su smartphone Android, dove tra l’altro è ottimizzato alla grande. Il gioco racconta di questo ispettore di frontiera di un Paese immaginario, ma è in realtà la descrizione precisa della giornata tipo di un cittadino italiano che deve fare la Dichiarazione dei Redditi/Modello 730/Modello UNICO. Le caratteristiche del lavoro di questo povero ispettore si intrecciano con la sua vita privata e con gli accadimenti politici del Paese: si devono prendere decisioni, tante decisioni, alcune terribili, che influenzano tutti gli aspetti, anche minuscoli. Ditemi voi se questo non è quello che succede quando andate, per esempio, all’INPS, dove basta aver incontrato di sfuggita un impiegato, che so, al supermercato, per ribaltare le sorti della giornata in quel palazzone infernale.
Mentre ci giocavo mi è venuto in mente che tutto quello che succede è pari pari uguale a ciò che il mio amico Antonio, inguaribile viaggiatore, vive costantemente quando viaggia in giro per il mondo. Per questo vi riassumo una grande storia che Antonio mi ha raccontato in 21 minuti di audio Whatsapp.
Praticamente per entrare in Indonesia ci serviva un visto che viene rilasciato dal controllo dell’immigrazione. Al centro per l’immigrazione c’eravamo io e D.: io son passato tranquillamente ma quando è toccato a D., il tizio dei controlli ha iniziato a fare movimenti strani col suo passaporto, sfogliandolo in lungo e in largo in maniera energica. Poi ha finito, si è alzato sulla sedia e ci ha detto che il passaporto aveva un piccolo taglio (vero eh, ma era minuscolo) e ha fatto presente a D. che non poteva entrare con quel documento, che era un rischio troppo grande autorizzarlo a entrare con un documento in quello stato. Mentre ci sta spiegando tutte ‘ste cose sulla responsabilità, il tizio stranamente ci chiede prima quanto ci è costata la vacanza (e già qui la puzza) e dopo ci cerca platealmente 100 euro per “farci entrare senza chiamare responsabili o altro che avrebbero complicato il tutto”. Con 100 euro in Indonesia mangi per due mesi.
Io ‘sta situazione l’avevo già vissuta in Bosnia, rifiutandomi di pagare, così ho fatto uguale e gli ho detto che non lo avremmo pagato. Alla lunga mi sono pentito: quel figlio di puttana è andato dal capo e nel tragitto ha strappato ancora di più il passaporto! Il capo, a sua volta, ci ha informati che non potevamo entrare con quel passaporto e quindi io ho contattato l’ambasciata italiana in Indonesia che però può aiutarti solo se vuoi uscire da uno Stato o se sei già dentro. Mentre si prospettava il rimpatrio di D. e mentre cresceva la paura di essere separati in una situazione sconosciuta, ho fatto presente al capo la storia della mazzetta richiesta dal suo responsabile e del documento strappato da lui ma senza riuscire a cambiare le cose. Anzi, lui mi ha proposto una scommessa e mi ha detto che avremmo controllato insieme le telecamere di sicurezza: se avevo ragione io ci avrebbe fatti entrare tranquillamente; se stavo mentendo ci avrebbe rimpatriati entrambi. Ho rifiutato e quantomeno le cose non sono peggiorate. Hanno iniziato così a organizzare il rimpatrio di D. ed è lì che inspiegabilmente cambia tutto: vengono da noi con il passaporto di D. convalidato ma soprattutto il capo ci ha lasciato il suo numero di telefono personale, chiedendoci di chiamarlo semmai avessimo avuto problemi! La situazione si è ribaltata in cinque minuti nei quali siamo rimasti lì ad aspettare in una sala d’attesa, convinti che fossimo prossimi a fare rientro! Non ho la minima idea di cosa sia cambiato in quel momento.
Vabbè in Bosnia volevano cinquanta euro per entrare, con la scusa che dovevamo offrirgli un caffè. Lì ci siamo fatti aiutare dall’ambasciata italiana per uscire dal Paese, perché ci avevano minacciati.
Svegliarsi tardi la mattina
Jorge Alberto González Barillas, detto Mágico González, è stato il più grande calciatore nato a El Salvador che si sia mai visto, almeno secondo l’IFFHS, un ente impronunciabile fatto da persone che adorano etichettare i giocatori a loro piacimento. Nonostante ai più sia sconosciuto, Mágico (soprannome di cristo) ha disputato con la sua Nazionale il Mondiale del 1982 in Spagna, vinto dall’Italia di Rossi, Altobelli e Tardelli. El Salvador in quel Mondiale perse tutte e tre le partite del girone: 10 a 1 la prima, 1 a 0 la seconda e 2 a 0 la terza, ma nonostante questo lui riuscì comunque a essere inserito nella Top XI di fine torneo. Raccomandato?
Effettivamente, volendosi informare, pare abbia giocato un torneo da demone vero, tanto che alcuni grossi club europei come la Sampdoria (che dir si voglia) si precipitarono da lui. Mágico scelse incredibilmente Cadice, in Spagna, perché così stava tranquillo che poteva continuare a bere come un dannato e a svegliarsi tardi la mattina. Aveva effettivamente questo problema: non riusciva mai a svegliarsi in orario, adorava dormire e non c’era verso di tirarlo giù dal letto. Io detesto dormire, credo sia l’unica cosa altamente improduttiva che facciamo, però vorrei tanto avere una certezza così sconfinata nel mio talento, tanto da potermi permettere di riposare come mi pare a me.
Compiti per casa
John Romero che gioca a MYHOUSE.Wad, una mod di DOOM. È la mod che vi ho linkato nel primo Piatto Unico e lui, Romero, è semplicemente Romero;
Andre Iguodala, uno dei miei giocatori di basket preferiti, ha annunciato il suo ritiro. Anni fa impazzivo dalla voglia di comprare la sua maglietta ma non c’avevo i soldi;
nel 2017 tre medici turchi, rispettivamente Bülent Güven, Hayat Güven e Selim Selçuk Çomoğlu, hanno dimostrato nel loro paper Migraine and Yawning che in alcune persone l’emicrania è preceduta da una serie di ripetitivi sbadigli. Io sono una di queste persone;
Persona 5 Royal non è ancora in sconto. Il sito DekuDeals mostra come nell’ultimo anno il gioco sia andato regolarmente in sconto ogni due mesi. L’ultima volta è stato ad agosto. Ormai è una guerra di nervi;
secondo lavoce.it l’introduzione del lavoro da remoto ha drasticamente ridotto i giorni di malattia chiesti dai dipendenti (dati INPS);
E per salutarci
un gatto kebab! Alla prossima.
ragazzi sono totalmente preso da il_mac_64_ufficiale. Come spiegarvelo, mi fa troppo ridere, è un personaggio semplicissimo e genuino e quando trovo questi meme viventi ho sempre paura che da un momento all’altro si scopra che sono fasci;
è un concetto difficile da spiegare. Mi riferisco al fatto che il gioco reagisce effettivamente come ti aspetti, che le cose sono tutte al loro posto e che non ci sono sviste, quelle cose che ti fanno dire “Dai, tutto perfetto e poi nonostante ‘sta schivata becco sempre il proiettile in fronte?”;
quest’odio per i centri commerciali è genetico e l’ho ereditato da papà, venditore ambulante, che sostiene fermamente la teoria secondo cui i grossi centri commerciali abbiano ucciso il suo mestiere;
mi fate sapere se anche altrove si usa Tuttomille per identificare quei negozietti di paese che vendono tantissima roba a poco prezzo?
non comprate una automobile, è inutile, prendetela piuttosto con un leasing a lungo termine;