Piatto unico (se gradito) #4
Portata di questa settimana che è stata veramente a rischio, tra mille cose da fare e zero tempo per farmi i fattacci miei. Comunque, l'antico vaso è stato portato in salvo.
Ciao ragazzi, ben ritrovati.
La mia routine di scrittura qui su Substack ha iniziato a scricchiolare a partire da questa settimana, per via principalmente di impegni di lavoro che mi hanno tenuto impegnato un po’ più del previsto. Ero anche un po’ a corto di cose da scrivere, in un momento finale. Ho buttato dentro tutto quello che volevo a inizio settimana e poi dopo sono arrivato bello scarico. Il problema quando parto con queste tipo di cose, è che all’inizio ho semplicemente la voglia di tirare fuori quello che penso e di provare lo strumento; successivamente, lo prendo come un impegno, quindi inizio a organizzarmi, a schematizzare, a tirare fuori tutto quello che serve, creando una routine impegnativa che poi mi scoccia e mi fa abbandonare tutto.
Poi sto pure finendo la sesta stagione di The Office, ora mi fermerò per qualche mese per guardare altro, sono profondamente triste e sto valutando la possibilità di non guardare mai le ultime tre stagioni, così da pensare che non sia mai finito, almeno per me. Comunque, è stata una bella settimana e per Halloween mi sono travestito di nuovo da Mike Tyson.
Un saluto!
Relax, il nuovo album di Calcutta
Come ogni volta, sono uscito dall’ufficio al solito orario, insieme ad A.1, il mio collega. Abbiamo fatto un pezzettino di strada insieme, finendo un discorso iniziato in stanza: parlavamo di lavoro e per concludere gli ho fatto un complimento, gli ho dato un feedback positivo, come si dice. Gli ho detto che sta lavorando bene, che si sta impegnando molto e che la crescita che sta dimostrando non è scontata. Lui mi ha sorriso, genuinamente, e poi ci siamo salutati. Sono tornato a casa a piedi, abbandonandomi ai miei pensieri: ho ricordato di come più o meno un anno fa anche io avevo ricevuto delle belle parole, un incoraggiamento che ricordo perfettamente e che è valso molto più di qualsiasi aumento, promozione o altro. Per me fece la differenza tra il giorno e la notte, mi aiutò a placare un po’ le mie angosce, il timore di non essere in grado.
Sono arrivato in stazione: c’era profumo di pioggia nell’aria, il sole stava tramontando e le nuvole del diluvio della mattina erano quasi scomparse. Ho scattato una bella foto per ricordarmelo. Mi sono infilato nel sottopassaggio, sono sbucato su Via Capruzzi e ho girato per il parco. Il rossore del tramonto si rifletteva sui palazzi a specchio di fronte, due punkabbestia si stavano coccolando vicino alla rampa per gli skate mentre un ragazzo completamente tatuato e coi vestiti strappati camminava minaccioso davanti a me, seguendo la mia direzione. Un gatto è sbucato dal cespuglio alla nostra sinistra e lui si è fermato per coccolarlo: ho aspettato che finisse, beandomi di quell’attimo in cui i miei preconcetti andavano in frantumi, poi ho pagato anche io la mia quota di carezze al gatto, che ha risposto scappando via. A qualche metro da casa ho comprato un cornetto al cioccolato per Ludovica, in un forno che ha il POS rotto da quasi due anni. Ho citofonato, sono salito, mi sono messo un pantaloncino e poi con una scusa ho attirato Ludovica in camera e abbiamo ballato un lento. Ero molto felice.
La canzone che abbiamo ballato era Tutti, dal nuovo album di Calcutta. Molte volte tendiamo a valutare alcune forme d’arte, come i film, i videogiochi o gli album musicali, facendo un bilancio della loro interezza. Lo trovo ingiusto. Del resto, che so, la carriera di Michael Owen viene ricordata solo per quel famigerato Pallone d’Oro vinto da giovane, non per il resto, e anche del Nobel Giorgio Parisi ricorderemo solo il Nobel, in maniera sufficiente2. Non so se l’album di Calcutta mi piace tutto, ma mi basta questa canzone.
Il cecchino paziente, di Arturo Pérez-Reverte
Questo libro l’ho ricevuto come regalo di compleanno dalle mie ex-ex colleghe di lavoro, che per qualche insano motivo mi hanno odiato per tutto il tempo passato assieme, facendo cartello contro di me per rendermi le giornate un inferno3. Il destino ha voluto che una mattina, dopo aver mangiato tipo trecento grammi di mandorle, avessi un blocco intestinale mentre stavo alla mia scrivania: sono corso in bagno e gliel’ho distrutto, bombardato completamente. Non hanno potuto usarlo per tutto il giorno tant’era la puzza. Così eravamo pari.
Non sono molto felice quando mi regalano libri. Solitamente le persone che partono con questa intenzione vanno in un negozio e spiegano al venditore chi è la persona a cui vogliono regalarlo o cosa piace in senso assoluto a quella persona, cose che c’entrano solo marginalmente coi gusti di un individuo circa quello che gli piace leggere (che tra l’altro, se uno sa cosa piace leggere all’altro sicuro non va a chiedere a un commesso). Un altro libro che mi hanno regalato anni fa, per esempio, era una merda di Gramellini, quindi da quel momento ci vado coi piedi di piombo. Questo di Pérez-Reverte invece è forte, l’ho mangiato in due settimane e mi ha intrattenuto molto. Parla di murales, cultura urbana, Napoli, writer e mostre d’arte. Sul finale fa un po’ cacare e diventa ‘na puntata di CSI, però è gradevole. Mi ha ricordato Muro di casse di Vanni Santoni, ma anche un mio grande sogno, ovvero fare un enorme murales con la formazione del PES Team di PES 6.
Kimi Räikkönen a Portimao nel 2020
Prima di fare delle call di lavoro ho un rito: devo guardare questo video di due minuti precisi, con Räikkönen alla guida dell’Alfa Romeo nel 2020. Quel giorno, a Portimao, Räikkönen partiva sedicesimo e dopo un giro esatto si è ritrovato sesto. È straordinario, ha infilato tutti con una facilità pazzesca, tanto che a fine gara ha ammesso di essere stato colpito dal comportamento dei suoi avversari, che sembra quasi si stessero scansando. Lui è veramente in modalità diavolo in questo giro, gli riesce tutto. Vederlo aggredire la pista è una gioia per gli occhi e niente questo è il mio video motivazionale preferito.
Poi, vabbè, sono follemente innamorato di Kimi, dei suoi team radio, del fatto che fosse un pilota a cui veramente sembrava non importare un cazzo del circo della Formula 14. Semplicemente aveva quel dono di andare fortissimo e lo ha capitalizzato a modo suo, vincendo anche un Mondiale indimenticabile.
Vivere e morire su Vinted
Allora vi racconto questa storia. C’era dentro casa mia ‘sto paio di ciabatte terribili, di pelle, tutte strane, di Yves Saint Laurent. No, cioè, in realtà era un paio di ciabatte normali che erano finite nella mia camera senza motivo e che io non ho mai messo o tantomeno voluto. Una domenica, poco prima di pranzo, mi metto a fare pulizia nella camera e queste ciabatte finiscono nelle mie mani, che con delicatezza le trasportano verso il bidone della spazzatura. Tutto regolare, se non fosse che nel tragitto Ludovica mi vede fare questa operazione e mi fa “Non buttarle, che le vendiamo su Vinted!” tipo disclaimer pubblicitario. Ed è così che è nata una fantastica storia di imprenditoria giovanile.
Negli ultimi due mesi ho piazzato quattro paia di scarpe, un paio di ciabatte e un cappello, tirando su una cinquantina di euro e sentendomi il nuovo Ray Kroc. È incredibile, era tutta roba che stavo letteralmente per buttare ed invece è bastato fare due foto e mettere un annuncio per liberarmene facendoci dei soldi. Compratori poi super soddisfatti, perché ho venduto scarpe che erano in ottimo stato ma che non potevo più mettere per un motivo o per l’altro5. Ovviamente c’è tutto un meccanismo dietro, fatto di pubblicità, visualizzazioni, prezzi suggeriti che sono sempre esigui in modo da aumentare l’engagement, recensioni e tutto il resto. Tra l’altro quello che mi fa più impazzire è che la gente ha proprio dei gusti pazzeschi, di cui non mi capacito. Tipo io 18 euro per quelle ciabatte non li avrei spesi mai, invece quello mi scrive e mi fa “Carinissime, mi stanno troppo bene, sono stupende”. Da venditore finora sono molto soddisfatto, perché ho svuotato una scarpiera di roba che stavo per buttare; da compratore non mi sono avventurato nel campo dell’abbigliamento, ma ho scoperto grazie all’amico Giovanni che Vinted è perfetto per comprare libri. Ho comprato una collection box di Your Name. di Makoto Shinkai, pagandola 5 euro nuova.
Diecimila dollari per chi vince una challenge su Ghostrunner 2
Mentre vi scrivo è iniziata da qualche giorno una cosa pazzesca. Bazzico il sito speedrun.com da diverso tempo, perché sono un appassionato non praticante di queste sfide, che a me sembrano tanto le Olimpiadi dei videogiochi. Nella home c’è questo bel banner che porta a una challenge di Ghostrunner 2, uscito da pochissimo. Trattasi di un First Person Tutto, dove devi correre, saltare, sparare e affettare a velocità folle ed è ideale se hai bisogno di farti venire la nausea. Io ho giocato al primo e non mi ha particolarmente entusiasmato, ma la critica parla molto bene di questo sequel.
La sfida è molto semplice: vince chi, nelle due settimane di tempo, completa il gioco in modalità Any%6 nel minor tempo possibile. Cliccando su questo link potete seguire in tempo reale la sfida, con classifica aggiornata e live Twitch di alcuni famosi partecipanti. Spero vinca Blaidan, che finora è stato quello che più volte ha abbassato il record del mondo. È straordinario, per me è competizione al livello superiore. La pagina poi è super dettagliata con regole, restrizioni, requisiti e stats. Il recordman vince 5k dollari cash, il secondo ne prende 3k e il terzo 1k, poi i premi si dividono in qualche centinaio di dollari fino al decimo.
Levan Xaaradze, la Grecia, i centravanti intercambiabili
Il massimo campionato greco che si è appena concluso, ci ha regalato una di quelle favole che trovano terreno fertile solo grazie al gioco del calcio: l’Athlītikos Syllogos Arīs Thessalonikīs, noto anche come Aris Salonicco, ha messo in bacheca il quarto titolo nazionale della sua storia, interrompendo un digiuno che durava dalla stagione 1945/1946. La prestazione è stata di quelle memorabili, da autentico schiacciasassi: 38 partite disputate, 0 sconfitte, 12 gol subiti, lo stadio Kleanthis Vikelidis stipato per tutta la stagione grazie a oltre diecimila abbonati. Nel mezzo c’è stato spazio anche per la prima, storica partecipazione alla fase finale della Champions League, conclusa senza riuscire a ottenere mai una vittoria, ma che ha permesso comunque alla squadra di misurarsi con realtà internazionali come Real Madrid e PSG.
Fautore di questo autentico miracolo è sicuramente il giovanissimo tecnico georgiano Levan Xaaradze, arrivato appena quattro anni fa è già idolo della tifoseria. Sotto la guida di Xaaradze, la squadra ha migliorato di anno in anno il suo rendimento, vincendo anche una coppa nazionale e interrompendo il dominio delle grandi di Grecia, come Olympiacos, PAOK, Panathinaikos e AEK Atene. Nonostante le sirene estere, con offerte da parte di Feyenoord e Valencia, il giovane allenatore ha creduto fortemente nel progetto dell’Aris, innalzando il livello tecnico della rosa a sua disposizione. Negli anni Xaaradze ha anche lanciato alcuni promettenti centravanti, di cui richiamo brevemente le gesta:
Andrè Gray, capocannoniere della prima stagione targata Xaaradze. La rottura di tibia e perone lo ha reso irrecuperabile e ora gioca in Olanda;
Aboubakar Kamara, pagato uno sproposito dalla precedente gestione, è stato capocannoniere nella seconda stagione col georgiano in panchina, poi venduto;
Ognjen Ozegovic, centravanti serbo soffiato all’OFI creta, miglior marcatore dell’Aris in una singola stagione, poi venduto in fretta;
Fotis Ioannidis, rubato a parametro zero al Panathinaikos, bomber da doppia cifra fissa, è ancora in rosa;
Fjorin Durmishaj, punta albanese di riserva. Non un ottimo giocatore;
Mika Biereth, promettente ariete danese arrivato a zero dal Coventry. 20 gol al primo anno e scudetto cucito sul petto.
E niente, questo sono io, Levan Xaaradze, su Football Manager 2023, ora che ho finito la mia quinta stagione. Una delle esperienze più incredibili della mia storia con questo videogioco. Non sono ancora in grado di raccontarvi quanto mi sono divertito, ma sono sicuro che mi ricorderò di questa partita per molto, molto tempo.
e poi, alla sicurduna:
tutti i gol del Mondiale 2014, un Mondiale veramente fuori di testa. Quell’anno abbiamo organizzato il primo Mondiale del Fiffa Inda Street, io sognavo quell’atmosfera lì. La sera prima del Mondiale mio fratello mi ha messo la canzone di Pitbull e ho pianto per l’emozione;
è uffucialmente in vendita l’acqua di colonia “Shadow Moses”, prodotta da Numskull Design. Fragranze di mirra, balsamo e patchouli, ispirate all’iconica location di Metal Gear Solid. Cinquanta euro. Il mio parere è quello di un utente che ha scritto “smell of cigs and nanomachines”;
alla fine non ho ancora comprato Persona 5 Royale: questo mese appena finito c’era da pagare l’abbonamento a Nintendo Online e poi ho preso tre giochini a una decina di euro complessivi, ovvero Steamworld Dig 2, Ravenous Devils e XCOM 2 Collection;
nelle ultime settimane c’è stato un passaggio importante per gli appassionati di calcio, ovvero sono stati assegnati i diritti televisivi della Serie A per i prossimi cinque anni e invece di fare un passo in avanti se ne sono fatti due indietro. Che dire amici;
a proposito di calcio: sapevate che Javier Adelmar Zanetti, storica bandiera dell’Inter, si sarebbe dovuto chiamare “Aldemar” come il dottore che lo fece nascere? Un errore di scrittura della madre ha cambiato tutto. Sorte simile affligge il brasiliano Maicon Douglas Sisenando, ex Inter anche lui, che si sarebbe dovuto chiamare “Michael Douglas Sisenando” ma secondo me è una bufala questa;
Alla prossima!
non ho ben chiaro il motivo per cui non vi scrivo alcuni nomi delle persone. In ogni caso non chiedetemelo;
se lo seguite su Facebook capirete perchè (spoiler: scrive un sacco di panzane);
c’erano giorni in cui decidevano deliberatamente di non rivolgermi la parola, giorni in cui si riunivano per pranzo senza di me, giorni in uscivano per andare a prendere il caffè senza avvisarmi;
storia famosissima: Räikkönen si ritira e poi torna con la Lotus, che forse crede che il pilota abbia perso il manico, e gli offre 50k euro per ogni punto fatto. Si porterà a casa 19 milioni e mezzo;
tipo ho un problema congenito ai piedi e dopo un po’ le scarpe prendono la forma del mio piede e mi fanno malissimo. Però a quanto pare agli altri vanno più che bene, mio padre continua a mettere le mie scarpe da anni;
vale a dire che non c’è bisogno di fare nulla di particolare, bisogna solo iniziare il gioco e finirlo;